Nel 2021, anno in cui la storica Fornace di Murano celebra il suo centenario, LE STANZE DEL VETRO propongono un progetto speciale a cura di Marino Barovier: Tapio Wirkkala alla VENINI e Toni Zuccheri alla VENINI Due mostre a LE STANZE DEL VETRO che saranno aperte al pubblico, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, dal 21 novembre 2021 al 13 marzo 2022.
Si tratta di due esposizioni distinte e parallele nello stesso spazio che, attraverso 200 opere in vetro, raccontano le esperienze muranesi di due grandi artisti presenti in fornace Venini, sia contemporaneamente che in tempi diversi, soprattutto nella seconda metà degli anni Sessanta: Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri. Ognuno di loro, con la sua forte personalità, contribuì a caratterizzare la produzione della vetreria che, in quegli anni di grande trasformazione, non solo seppe proporre nuovi modelli senza rinunciare all’uso del colore, nonostante in quel momento a Murano l’uso del vetro cristallo fosse preponderante, ma riuscì anche a rispondere alle nuove esigenze di essenzialità provenienti dal mondo del design.
TAPIO WIRKKALA ALLA VENINI
Il celebre designer finlandese Tapio Wirkkala esordì alla Biennale di Venezia nel 1966 dove si poterono apprezzare gli eleganti esiti del suo lavoro. Forte di un’esperienza nel mondo del vetro nordico presso la manifattura Iittala, Wirkkala coniugò la sua cultura con le tipiche lavorazioni muranesi, dalle quali rimase affascinato, che gli offrirono nuove possibilità espressive: prese progressivamente confidenza con la tecnica della filigrana e con la “scoperta” del colore, ricorse spesso alla tecnica dell’incalmo per l’esecuzione di manufatti policromi in vetro trasparente affiancando cromie diverse, in prevalenza dai toni freddi, ma anche con note vivaci. Ne sono un esempio, tra l’altro, le Meduse realizzate in filigrana sommersa, i vasi Pianissimo, i Gondolieri, dalle forme essenziali come i Coreani e le famosissime Bolle, serie queste ultime destinate a un grande consenso. Caratteristico della sua ricerca è anche l’impiego di murrine di grandi dimensioni, che egli utilizzò in particolare per l’esecuzione di una serie di piatti. In un continuo lavorio, le serie successive nacquero da ulteriori sperimentazioni con l’impiego di stampi, soprattutto nei nuovi piatti, e da variazioni sul tema della filigrana spesso accostata al vetro opaco.
Nell’immagine, le note Bolle di Tapio Wirkkala riproposte, in occasione del Centenario di VENINI nei nuovi colori Rosa cipria, Verde rio e Rosso sangue di bue.
TONI ZUCCHERI ALLA VENINI
La sperimentazione sulla materia vitrea e sui processi di lavorazione sono le note distintive di Toni Zuccheri che, ancora studente di architettura, giunse alla Venini chiamato per dar forma a un bestiario in vetro, presentato alla Biennale del 1964. Sono anatre in vetro policromo insieme a inediti animali in vetro e bronzo (tacchino e faraona) a cui si aggiunse un’originale upupa dalle innumerevoli penne eseguite a caldo e dalla valenza scultorea. Questo primo bestiario, viene affiancato da alcune serie di vasi che dimostrano l’indagine di Zuccheri sulle possibilità della trasparenza, seguite negli anni successivi (1967-68) da nuovi vetri opachi dalle intense colorazioni e dalla linea organica, ispirata al mondo vegetale
(Tronchi, Ninfee, Scolpiti). Dalla fine degli anni settanta il bestiario in
vetro si arricchisce di nuovi modelli, riconfermando l’interesse di Zuccheri per questo tema, declinato in maniera mai scontata. Di grande interesse è anche il lavoro che l’artista svolge nel corso degli anni sessanta sul vetro di grosso spessore per la realizzazione delle celebri vetrate grosse per e con l’architetto Gio Ponti.
Nell’immagine, la suggestiva creazione Upupa di Toni Zuccheri.